Ven. Dic 6th, 2024

Piccole riflessioni dopo una felice permanenza in terra di Alto Cilento, con la riscoperta della magnificenza Punta Licosa.

Un Cilento per tutti, una terra fuori dall’ overtourism insopportabile, seppur a spiagge abbastanza piene già nell’inizio di stagione; non si smette mai di frequentare questa meta a portata di tasca per le famiglie italiane ma senza che  possa mai cedere nulla alla bellezza o scadere in volgarità. Certo, su vari territori si palesa ancora qualche carenza di servizi; problemi ancora irrisolti con wifi, infopoint spesso chiusi perchè retti, evidentemente, solo da un encomiabile volontariato, e nessuna spiaggia smoke free in  zone accorsate come Santa Maria di Castellabate ( vedendo tanti fumare in spiaggia ho chiesto su messaggistica dei social del Comune di sapere quali spiagge fossero smokefree ma non ho ricevuto proprio risposta…) . In generale sta fortunatamente aumentando anche la modalità di fruizione orientata al turismo responsabile e sostenibile, con al centro cicloturismo ed in primis con ebike, escursionismo sulle vette e sentieri in mare, grazie a noleggi di waterbike, canoe, kayak e altri mezzi sempre più frequenti nelle spiagge e con percorsi guidati da esperti. A guidare queste realtà sono spesso giovani e giovanissimi e non poteva essere diversamente.  Aumenta, seppur lentamente, la possibilità di raggiungere e vivere questo territorio non più solo ed esclusivamente con la propria auto. Con l’apertura dell’ aeroporto Salerno – Costa d’Amalfi, anche se il nome Cilento non compare, è chiaro che si potrà di molto allungare la stagione e proprio queste attività outdoor, gettonate soprattutto da un pubblico giovane e straniero, saranno sempre in via prioritaria un ulteriore mezzo per trainare i luoghi più interni ma anche le coste al di fuori delle stagioni comandate dove il luglio e agosto hanno un panorama dominato dalle famiglie al bagno con bimbi e con villaggi professionalizzati sull’ accoglienza totale per i piccoli ospiti. L’aeroporto è ben altra cosa dei seppur importanti driver logistici  come frecciarossa estiva e metrò del mare che pure stanno facendo bene il loro lavoro. L’offerta enogastronomica è cresciuta con l’opportunità di fare tanti tour in vigna, buono sempre il numero dei caseifici da visitare, spesso con gli allevamenti ( in ritardo su questo il casertano, l’altra area dop) e, oltre alle esperienze top negli agriturismi storici,  un buon livello della ristorazione si registra, se un po’ di tempo ce lo si dedica alla ricerca, anche nelle località maggiormente turistiche a prezzi assolutamente concorrenziali ed a portata di famiglia. Come non fermarsi da U Barone nel lungomare di S.Maria di Castellabate ? Oppure come non   vivere l ‘ebbrezza del pranzo tutto mare col pescato del giorno sulla spiaggia di Pioppi al lido Karibù, a pochi passi dal Museo Vivente della Dieta Mediterranea? Il segreto di questi luoghi sono i pochi piatti in carta, fatti bene, pochi fronzoli e con pescato locale.  L’offerta  museale di Paestum e Velia è oggi un positivo inedito nella storia della fruizione culturale del luogo, Capaccio Paestum si rifà il look senza perdere la rusticità positiva e la spiaggia vastissima,  location di eventi significativi e con  la cucina stellata che non fa tramontare i piccoli grandi luoghi del cibo di una volta; sbagliano quindi,   quegli operatori del luogo che cercano   di virare su quello che non sono ( le “modernizzazioni” stilistiche di storici ristorante di esce non mi sono piaciute). Agropoli, insieme a Castellabate devono meglio segnalare e valorizzare il bellissimo Monte Tresino, con i suoi villaggi dimenticati la riconoscibilità selvaggia e maestosa dei rocchi che sbozzati spuntano dal mare e che raccontano ancora il lavoro immenso per costruire la Paestum della Magna Graecia. Da curare sentieristica e segnaletica, dare più spazio al trekking urbano come segnalato da Capaccio Paestum.
Cresce il numero di lidi in grado di fornire ristorazione di alta qualità e un’offerta di eventi che tende a far vivere la spiaggia non solo per il mare. Bellissimo ad esempio,  a Castellabate,  l’evento della sagra del fritto di paranza o la festa del mare, gli show cooking di valorizzazione dell’area marina protetta come quello della Triglia rossa di Licosa cui ho assistito con il protagonismo dei pescatori e Slow Food, forte da parte loro anche l’attenzione alla sostenibilità come l’utilizzo delle cassette in plastica riciclata con la strada per  l’eliminazione del polistirolo avviata.  A proposito di Licosa, la  punta è fantastica, meta sicuramente di un jetset fuori dal bisogno del luogo modaiolo e lussuoso, dove la natura intensa si sposa con la natura più vera;  suggestivo il vigneto gestito da una decina di anni da  Il Colle del Corsicano, vignaioli in Castellabate, che conducono praticamente sul  mare vigne di Fiano per un Cilento Doc tutto da provare con questa brezza che lo arricchisce ad ogni sorso. Nella punta il  momento di sogno, questo non per tutti, è quello stimolato dai b&b fronte mare, forse parte  delle immense proprietà dei Belmonte, che magari potrebbero rendere fruibile alla vista anche il castello e la chiesa che guarda l’isola del faro e il tricolore svettante. Raggiungerla attraverso il sentiero pedonale  che parte dal porto di San Marco di Castellabate e percorribile in mtb , segnalato nei 3 km di sviluppo dal Parco nazionale,  regala sensazioni magnifiche, coronate dalla sorpresa di trovare poco prima di arrivare alla  “finis terrae”,  un minuscolo spaccio con caffè gestito da un attempato e simpatico signore che vende anche Fiano avellinese sfuso ( così ha detto.. non è quindi quello del  posto…)  e racconta sorridente  la vita nella…punta… La Riserva totale, insieme con le altre aree marine protette della zona,  protegge e conserva questo scrigno magnifico,  orgoglio del Mediterraneo e che tributa onore al  nome da cui deriva, quello della Sirena Leucosia, che qui  tentò di irretire Ulisse e, non riuscendoci si suicidò.

Ci rechiamo  più a sud … Ma quanto l’esclusività del bello e tipico, fuori dal laccato di tante realtà marine, raccontano poi Acciaroli e Pioppi a tutto il mondo ? Il futuro radioso fu  disegnato dal suo sindaco Pescatore Angelo Vassallo cui è dedicato un bello e funzionalissimo porto, colorato e con tante multiattività, in grado di ospitare persino l’arte contemporanea, a testimoniare che in queste stazioni marittime non solo il business commerciale globalizzato ha il suo perchè, ma bensì la cultura e la multiattività creativa per tutti può essere un valido percorso da intraprendere.

Tra Paestum e Pioppi, passando per Castellabate, questo alto Cilento sulla costa  può vivere una buona stagione anche nel 2024 e  con il pensiero ad allungarla, complice un clima magnifico, trainando pure i piccoli centri dell’interno, anche loro in rapida evoluzione sul fronte dell’offerta esperienziale; quanto il caldo afoso si tempera nei golfi piccoli e grandi ?, quanto la mitezza attraversa l’autunno arricchito, anche con la vendemmia e la raccolta delle olive? Dopo il mare che colleziona bandiere blu da decenni,  la costa ha bisogno di incrementare e rendere più visibili, più internazionali la propria offerta outdoor ed esperienziale. Il mondo attende di percorrere e vivere lentamente il Cilento in tanti modi, di non scoprire i sapori solo alla tavola della sagra seppur di qualità o nel trascorrere la giornata sulla sdraio sul lido; ne è un esempio il clamore ed il successo del percorso cicloturistico la Via Silente che parte poco più a sud. E’ ora di proseguire nell’aggiornamento del magnifico Benvenuti al Sud e  moltiplicare le esperienze  quindi, da far vivere in più lingue, in un territorio che ha molto da dire,  per gente vera in cerca di autenticità da tutto il mondo.

Esempi  di service direttamente sperimentati ( e pagati)

Noleggi Mezzi e ebike

Noleggi canoe e guida in mare

 

 

Di Carlo Scatozza

redattore di Campania Slow | Contatto Facebook: http://it-it.facebook.com/people/Carlo-Scatozza/1654720386

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