Gio. Apr 25th, 2024

Dal grano della terra di camorra sono nati i “Paccheri” di don Peppe Diana. Il grano è quello prodotto su un bene confiscato a Pignataro, raccolto ai primi di agosto da decine di ragazzi provenienti da tutt’Italia, arrivati a Castel Volturno, in un terreno confiscato al camorrista Michele Zaza, per contribuire a creare la prima cooperativa Libera Terra della Regione Campania. Da quel grano saranno prodotti circa 35.000 pacchi (500 gr.) di paccheri in confezione speciale. Una prima confezione (andrà in commercio tra alcune settimane), è stata consegnata ai genitori del parroco di casal di principe (foto allegata) ucciso dalla camorra il 19 marzo del 1994. Il pacco reca la scritta “Il g(i)usto di Campania – Le terre di don Peppe Diana” e conterrà paccheri artigianali fatti dai pastai di Gragnano, per sostenere la nascita della cooperativa “Le terre di don Peppe Diana”. Il prodotto è stato presentato nei giorni scorsi anche al Salone internazionale del Naturale – SANA di Bologna-, dal presidente dell’associazione Libera, don Luigi Ciotti.

Sul retro della confezione c’è scritto:
“La pasta Libera Terra, da sempre sinonimo di altissima qualità, da oggi prodotta anche in Campania secondo la tradizione dei Maestri pastai di Gragnano. La pregiatissima semola viene lavorata con metodo artigianale ed essiccata lentamente a basse temperature, per mantenere inalterato lo straordinario gusto del miglior grano duro raccolto sui terreni confiscati alla camorra nel comune di Pignataro Maggiore (CE) unito a quello coltivato dalle cooperative che gestiscono i terreni confiscati alla mafia e dagli agricoltori campani e del sud Italia che ne condividono il progetto di riscatto. Sull’incarto sono rappresentate tutte le piante che crescono spontanee nei nostri campi di grano ove non è impiegato alcun diserbante nocivo per l’uomo e per l’ambiente. Raccogliamo meno grano, ma lo facciamo in modo sano.

Con questa pasta sostieni il progetto “Verso la cooperativa le Terre di Don Peppe Diana – Libera Terra Campania” per la gestione delle terre confiscate alla camorra nei comuni di Castelvolturno e Cancello Arnone creando nuove opportunità di lavoro pulito, giusto e legale. Questa pasta è dedicata a Don Peppe Diana, il prete ucciso nella sua Chiesa il 19 marzo 1994 a Casal di Principe per non aver mai chinato la testa contro la violenza e l’arroganza della camorra.”
“E’ un’altra scommessa vinta – dice Valerio Taglione, coordinatore di Libera Caserta e del Comitato don Diana – insieme a tutti quelli che in questi anni ci hanno sostenuto e hanno creduto insieme a noi che è possibile costruire comunità alternative alla camorra a partire da fatti concreti. La prossima tappa sarà la produzione di mozzarella di bufala”

Di Alessandro Tartaglione

Direttore Responsabile di Campania Slow | Contatto Facebook: http://www.facebook.com/a.tartaglione

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