Sab. Apr 20th, 2024

Un viaggio nella memoria con tanta natura ai confini con Lazio e Molise. Il piccolo Borgo fa progetti per il futuro. 

Da Napoli e Caserta si pensa che San Pietro Infine, la cui autostrada consigliata è addirittura fuori regione,  nella laziale San Vittore, sia un paese lontanissimo…ebbene non è così. Evitando i consigli autostradali mi sono anche regalato una antica guidata tutta sul pezzo campano della Strada Statale Casilina e, da Caserta, in poco più di un’ora di quiete e nessun traffico sono giunto nel comune più a nord di Terra di Lavoro, al confine sia col Lazio che con il Molise. 

Perchè andare a San Pietro Infine? Innanzitutto per vivere e vedere la storia della nostra terra come in pochi altri luoghi  e per godere del relax e della natura che accoglie con gentilezza, quello stesso stato d’animo che la parte attiva di questa popolazione immette nelle azioni quotidiane per la tutela e lo sviluppo del borgo. 

Notiamo subito che il paese in piano non ha centro storico e le case sono tutte di epoca postbellica, infatti bisogna salire un pò verso l’imponente Monte Sambucaro per scoprire un borgo antico,  presente sin dall’epoca sannitica,  che lungo la via latina tra Roma e Capua prosperava nella  vicina Ad Flexum         ( da  cui il “infine” nel nome …che non è il confine ma proprio la “curva sulla via Latina” dal cambiamento linguistico di  Ad flexum nei secoli), attraversando l’alto medioevo con lo sguardo ed il futuro rivolto alla Abbazia di Montecassino distante circa 10 km. Nel dicembre del 1943 il paese si trovò sulla Linea Reinhard della ritirata tedesca  e fu duramente conteso in una serie di pesanti scontri fra tedeschi e angloamericani, durante i quali l’abitato fu quasi totalmente distrutto (al 98%) e circa trecento civili furono uccisi; alla fine si contarono in poche settimane  circa 7000 morti tra angloamericani, tedeschi, popolazione locale. Per sfuggire ai bombardamenti la popolazione decimata abbandonò il paese e si rifugiò nelle grotte scavate nei fianchi delle colline circostanti, oggi meta escursionista di pregio naturalistico. Il futuro fu quindi  pensato a valle e nel vecchio borgo l’unica cosa rimasta in vita  era la memoria tragica  dei fatti di quel dicembre 43, di quei morti,  ma anche del suo passato, delle sue bellezze, di una vita che si sviluppava senza drammi. Un posto in cui poter spiegare ai posteri l’orrore della guerra e delle occupazioni naziste, il sacrificio di generazioni multietniche da ogni angolo del mondo  alla battaglia per la libertà. 

Da qui nasce il progetto  parco della memoria e monumento nazionale,   che nel 2004 fu inverato dall’estro di Carlo Rambaldi ( inventore del celebre personaggio di fantascienza ET ) e dalla capacità progettuale dell’amministrazione locale guidata più volte in questi decenni  da Fabio Vecchiarino, ora impegnato a rilanciare il progetto del Parco e del museo multimediale in una nuova dimensione turistica affinché il paese possa riprendersi  una scena, nel panorama culturale dell’alto casertano, che sembrava offuscata dopo amministrazioni che non hanno ritenuto il  Parco una priorità per San Pietro Infine. Grazie a collaboratori museali  come Nicola Nardelli  riusciamo a visitare il Museo Multimediale e Centro visite in un lato della splendida piazza-balcone ricavato da un antico frantoio. L’emozione è tanta poichè il museo, aperto da una suggestiva sfera artistica in acqua e un orologio solare,   è narrato dai volti delle persone travolte dalla guerra, dalle testimonianze di chi veniva da ogni parte del mondo e  in queste storie ed oggetti scopriamo perchè sia ancora oggi  un santuario per statunitensi e canadesi soprattutto;  sono centinaia, infatti, le manifestazioni, gli attestati, le onorificenze che hanno visto in quei paesi  il nome di San Pietro Infine associato all’eroismo della vittoria sul Nazismo in Europa. Un museo dedicato ad eventi bellici ma in cui quasi non ci sono armi in mostra, poichè è la pace, il valore massimo che viene declinato. Migliaia sono gli angloamericani che  vengono  qui ancora in pellegrinaggio, alla ricerca di un ricordo di parenti uccisi, di una memoria di libertà conquistata, di ideali occidentali condotti alla vittoria con sacrificio, ma anche di un bel posto da visitare e godere. Infatti tanta strada è stata fatta dal filmato dell’allora giovane regista John Houston inviato dalle forze amate a stelle e strisce a girare il celebre documentario “The Battle of San Pietro”  per illustrare in patria la dura realtà della guerra e che è possibile rivedere nelle sale del museo e nei tanti CombatFilm delle tv. Ma il cinema, anche quello italiano, pervade il parco della memoria, tanta cartellonistica è dedicata alle inquadrature più celebri del film di Monicelli “ La Grande Guerra”, con Albero Sordi e Vittorio Gassman protagonisti  cui sono dedicati tanti angoli  oggi a San Pietro. Qui fu la location per raccontare il fronte di un’altra guerra, la prima, con i volti degli eccelsi attori nazionali che allora, nel 1959 erano i più acclamati dal pubblico ed ancora oggi, in zona, ci sono i ricordi di chi era allora bambino e visse il set o fece comparsa. Il museo è anche una grande casa ricordo che tiene forti i legami con le innumerevoli comunità di sanpietresi all’estero. 

Usciti dal museo è bello incamminarsi in tenuta da trekking lungo le irte stradine medievali del paese che fu, ammirare i restauri accorti e rispettosi dei  che  hanno ridonato alla fruizione alcuni degli angoli più suggestivi dell’antichità  come la chiesa di San Sebastiano e quella di San Michele, dove lo squarcio delle bombe è diventato vetro che permette di rimirare il belvedere ed illuminare una splendida sala, ideale  destinazione  anche per eventi e concerti. Conoscere il parco “aperto” della Memoria è una esperienza da non perdere e lo sarà ancora di più tra qualche mese quando sarà completato il percorso di rilancio cui sta lavorando Fabio Vecchiarino con il Sindaco Antonio Vacca; tra le tante  progettualità anche le prospettive di riutilizzo di un vecchio frantoio per la valorizzazione della ricca produzione olivicola locale. Nel Parco della Memoria si può anche soggiornare un pò di giorni in natura nella bella struttura “ La Terrazza sulla Storia “-Resort San Pietro”, 14 belle e spaziose camere, con alcune suite in cui sono possibili sia romantici e comodi soggiorni deluxe  che veloci ed efficaci  sistemazioni per gli escursionisti. ( Tel 0823901511).  si tratta di una struttura  preferita anche dal turismo d’oltreoceano. Nell’ elegante dimora storica anche un ristorante che valorizza tutto il tipico dell’enogastronomia dell’ altocasertano ed un grandbar che affaccia su una deliziosa terrazza ideale per piccole feste ed eventi di pregio. Nel locale campeggiano le foto dei tanti ospiti americani ed italiani illustri, come Alberto Angela e tanti diplomatici angloamericani.  Spicca anche un’architettura con metodi antichi, dove i rami di ulivo vengono usati come telaio per le mura. Notevole anche l’offerta di B&B ed altra ricettività in paese per un totale di circa cento posti letto nel borgo. La posizione baricentrica tra Napoli e Roma, la prossimità ai grandi assi viari e a strutture celeberrime come il sacrario di Mignano Montelungo o l’Abbazia di Montecassino, ne fanno un paese con un futuro certo nel turismo culturale e naturalistico.  Oltre all’olio,  altra produzione di alta qualità e’ quella casearia, in modo particolare quella bufalina ed ovina: due gli indirizzi da segnare: Il caseificio San Pietro sulla Casilina, di fronte ad una caratteristica Statua della Libertà di newyorkese memoria e L’Optimum Sancti Petri di Giuseppe Iaconelli, maestro onaf molto noto nella ristorazione gourmet tra Lazio e Campania. 

Enjoy your visit!  Info Fb Parco della Memoria 

Di Carlo Scatozza

redattore di Campania Slow | Contatto Facebook: http://it-it.facebook.com/people/Carlo-Scatozza/1654720386

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