Sab. Ott 12th, 2024

Da oggi Campania Slow ospiterà i post del Blog di Alfonsina TartaglioneDelizie in Giardino. La rubrica, dall’omonimo titolo, è dedicata agli amanti del giardino e del verde. Ad Alfonsina un ringraziamento da parte della Redazione.

Dalle mie parti il cachi (diospyros kaki) si usa chiamarlo “legno santo”. Questo nome deriva proprio dal nome scientifico “diospyros” che rimanderebbe appunto al carattere divino di questa pianta. In verità, per legno santo solitamente si intende il diospyros lotus, parente del cachi, i cui frutti però sono delle bacche.
Ora, tutti sapranno che i frutti del cachi (ne vado matta :-P), si distinguono per la loro dolcezza. Un po’ calorici, forse, ma irresistibilmente squisiti. C’è chi li preferisce sodi (io per esempio) e chi invece molli, quando raggiungono quella consistenza un po’ gelatinosa che obbliga all’utilizzo del cucchiaio.
Beata te, direte voi, che puoi gustare questi splendidi frutti direttamente dal tuo albero!
E invece no! Sigh! Perchè il mio caro cachi è un po’ dispettoso… I suoi frutti, quando non sono ancora maturi, risultano allappanti. E fin qui, niente di nuovo: si sa che bisogna aspettare che maturino!
Il fatto è che questi frutti benedetti (d’altronde come volete che siano i frutti di un legno santo? :-D), da allappanti diventano direttamente marci, senza attraversare la fase in cui dovrebbero diventare dolci, o comunque commestibili.
Ma c’è dell’altro… Avete mai visto quanto meravigliosi diventano i cachi quando i rami si spogliano completamente delle foglie e sopra di essi restano solo i frutti con quella rotondità colore arancio inconfondibile?
Il mio cachi invece lascia cadere i suoi frutti, immangiabili, prima che cadano le foglie, privandomi anche della possibilità di ammirare nel mio giardino, quello che osservo nelle campagne in cui vengono coltivati i cachi: una distesa di alberi già addobbati per Natale!
Non vi nascondo che spesso abbiamo pensato a soluzioni drastiche. Basta, ci siamo detti qualche settimana fa, quest’anno è la volta buona che sostituiamo quest’albero, oppure provvediamo a fare un innesto…
Ma poi, proprio quando stiamo per deciderci, lui, che oltre ad essere dispettoso è anche molto furbo, ci regala quel meraviglioso spettacolo di foglie multicolori di cui si riveste in pieno autunno e che cattura inevitabilmente il nostro sguardo.
E così, anno dopo anno, viene perdonato per i frutti che non mangeremo mai, e anzi ringraziato per questo suo splendido dono…

http://delizieingiardino.wordpress.com

Di Carlo Scatozza

redattore di Campania Slow | Contatto Facebook: http://it-it.facebook.com/people/Carlo-Scatozza/1654720386

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