Dom. Dic 8th, 2024

Torna mercoledì 13 dicembre l’annuale appuntamento con il Premio Ruperto da Nola: Slow Food invita gli appassionati alle ore 18 a Nola nell’agorà della Chiesa Santi Apostoli in via San Felice.

Il Premio nasce per segnalare il lavoro di quanti difendono, promuovono e arricchiscono il patrimonio ambientale e gastronomico del territorio nolano e della Campania, contribuendo a rilanciarne le potenzialità. Tre le categorie professionali premiate: produttore agricolo, cuoco e comunicatore, inteso quest’ultimo come scrittore, giornalista o ricercatore. Ad esse si aggiunge la sezione speciale Slow Life, dedicata a organizzazioni o personalità pubbliche che con le loro attività in campo sociale e culturale hanno affermato i principi della solidarietà e della salvaguardia dell’ambiente, diventando esempi da imitare.

I premiati sono stati scelti in base alle decine di segnalazioni arrivate la scorsa estate attraverso la partecipazione all’indagine “Premio Ruperto 2017 – Scegli i vincitori”.

Tra i protagonisti di questa edizione Franco Arminio, scrittore, poeta e documentarista, si autodefinisce “paesologo”. È nato e vive a Bisaccia, in alta Irpinia, fondatore della Casa della paesologia a Trevico, direttore artistico del Festival “La Luna e i Calanchi” di Aliano, il paese in cui Carlo Levi al confino ambientò “Cristo si è fermato a Eboli”. Appassionato cultore delle aree interne e cantore dei paesaggi rurali, collaboratore di quotidiani e riviste, la sua ultima raccolta “Cedi la strada agli alberi, poesie di amore e di terra” è diventata un caso editoriale.

Il cuoco Angelo Fabozzo, patron del ristorante Clanio ad Aversa, classe 1985, appassionato di cucina fin da piccolo, comincia a girare tra i fornelli della storica trattoria degli zii. Terminati gli studi inizia la sua carriera in giro per l’Italia, diventa allievo di Bruno Barbieri, che lo sceglie come capopartita all’Arcade di Villa del Quar a Verona e poi lo porta a Londra nel Cotidie. Ritorna nella sua Terra di Lavoro e apre “Tabernola il Clanio”, un piccolo locale da 12 posti con cui riesce a ottenere numerosi riconoscimenti.

Il produttore Raffaele Maietta, che porta avanti l’azienda agricola a conduzione familiare fondata dal nonno negli anni ’40 ad Avella, che in modo lungimirante iniziò, come vivaista corillicolo e coltivatore di nocciole, un’attività all’epoca considerata marginale. Oggi l’azienda propone una nocciola a filiera corta, trasformando direttamente il raccolto in prodotti artigianali e semilavorati di qualità per pasticceria.

Il riconoscimento Slow Life va alla meritoria attività della Locanda San Vincenzo, già nota col nome di Mensa fraterna. La struttura è una realtà storica della Diocesi di Nola, animata da numerosi volontari attivi tutto l’anno, offre gratuitamente una media di 150 pasti giornalieri a singoli e famiglie in difficoltà, sia a cittadini italiani che di altre nazionalità. Il centro garantisce anche servizi igienico sanitari e di relazione sociale ai senza fissa dimora.

 

La manifestazione, promossa da Slow Food agro nolano in collaborazione con Pro Loco, prende il nome dall’affascinante personaggio di Ruperto, cuoco delle case nobili nolane vissuto all’inizio del Cinquecento, chiamato a Napoli nella prestigiosa corte di re Ferdinando I d’Aragona, dove entra in contatto con gli uomini più influenti del suo tempo. Uno chef di rango imperiale la cui testimonianza storica arriva ai giorni d’oggi come autore di uno dei primi libri di cucina di cui si ha memoria, con annesse raccomandazioni e istruzioni sul servizio a tavola. Il Libro de guisados è stato riedito per le edizioni Il Laboratorio di Vittorio Avella: la grande raccolta riunisce 242 ricette e ci conduce in un insolito viaggio nel suggestivo mondo della cucina mediterranea del Rinascimento.

Mentre le statuine simboleggianti il Vesuvio e il sole della Campania Felix sono forgiate dalle sapienti mani di Lello Esposito, l’artista napoletano conosciuto a livello internazionale per le sue rappresentazioni di Pulcinella e San Gennaro.

Dopo i saluti del sindaco Geremia Biancardi, del presidente della Pro Loco cittadina, Carmelo Martinez, del presidente della Fondazione Hyria Novla, Felice Scotti, insieme ai premiati prendono parte al dibattito Angelo Petillo, responsabile della giuria del Premio, e Giuseppe Orefice, presidente Slow Food Campania.

“La vera ricchezza del nostro territorio è costruita dal patrimonio agricolo, enogastronomico e artistico – sottolinea Gianluca Napolitano, fiduciario di Slow Food agro nolano – insieme a questa esiste anche una ricchezza immateriale, non sempre visibile, che deriva dalla cura e dalla buona gestione delle aree rurali, dalla biodiversità, dal corretto uso delle risorse naturali, di acqua, aria e suolo. Stiamo perdendo occasioni e tempo prezioso, le istituzioni poco o nulla stanno facendo in questo campo”.

Come di consueto, il programma prosegue mercoledì 20 dicembre alle 20.30 con “La grande cena di Ruperto” a Cicciano presso il salone dell’Istituto alberghiero “Carmine Russo”. Alla cena è possibile partecipare solo su prenotazione, contattando l’indirizzo e-mail info@nolaslow.it oppure telefonando ai numeri 360517261 – 3289024494.

 

Di Carlo Scatozza

redattore di Campania Slow | Contatto Facebook: http://it-it.facebook.com/people/Carlo-Scatozza/1654720386

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.