Venerdì 5 dicembre si è tenuta una emozionante degustazione alla cieca presso l’ agriturismo Due Torri di Presenzano in alto casertano, non solo per l’indiscutibile valore del vino, la verticale del Falerno del Massico Dop Rapicano Riserva di Cantina Trabucco, ma anche per le motivazioni che hanno portato all’evento.
Danilo Trabucco, ventottenne enologo e proprietario di Cantina Trabucco di Carinola ha organizzato la verticale del Rapicano Riserva, con 95% Aglianico e 5 % Piedirosso, in memoria del papà ( ed inventore del Rapicano) Nicola scomparso troppo presto nove anni fa. Al giovane Danilo, con la collaborazione della famiglia ed in primis della Mamma, è toccato prendere un testimone prezioso e difficile nella conduzione di una delle più accorsate aziende vitivinicole del Falerno del Massico Dop, un areale, una filosofia, un marchio di territorio cui il compianto Nicola si era dedicato e non solo per la sua azienda ma per tanti che lo avevano come enologo. Di sua notevole carisma e capacità narrativa, la sua forza ( oltre che fisica di decatleta) morale è stata collante per ricostruire nerbo e sostanza verso una nuova pagina del Falerno nei tempi moderni.
Pubblico competente tra gli invitati alla discussione; alcuni protagonisti del giornalismo e della enologia come Luciano Pignataro, Antonella Amodio e Pasquale Carlo, vignaioli come Arturo Celentano di Galardi, Alois, Rossetti, Mincione, sommelier e organizzatori di eventi “wine”come Andrea Volpe e Salvatore Landolfo, il dirigente Slow Food Alessandro Manna, il Presidente del Consorzio Vitica Cesare Avenia, il presidente Ais Caserta Pietro Iadicicco. Coinvolgente introduzione all’evento da parte del padrone di casa, Salvio Passariello, owner di Le Due Torri.
Abbiamo degustato alla cieca sei annate di Rapicano ( che in dialetto locale significa grande lavoratore ) indicative della evoluzione dell’etichetta dalla nascita, le 2004,-2006-2010 ad opera esclusiva di Nicola Trabucco, mentre la 2015 ha visto la collaborazione fattiva del giovanissimo Danilo, e poi le 2018 e 2021 di totale sua responsabilità. Distinguere tutti i profili ed i sentori in grado di elencare senza errori i 6 calici è stato compito arduo e pensiamo non riuscito a nessuno, soprattutto per una caratteristica positiva, gioventù sempiterna del Rapicano; all’esame visivo davvero nulla la differenza tra il 2004 e gli altri più giovani, a naso si riconosceva chiaramente il profilo orientato ai modern wine che Danilo ha impresso alle sue ultime produzioni, mentre alla bocca è apparso chiaro come Rapicano si “sente” ancora giovane persino nella 2004. La differenza emerge nella evoluzione stilistica rispetto alle etichette di Nicola, grande sostenitore della “struttura “ del vino rosso, con una tecnica priva di tecnologia nelle prime annate, con cambio di lavorazione dal 2015, e si registra negli anni un cambiamento di terreni; le prime tre etichette sono da vitigni allevati in pianura mentre dopo ci si sposta più in collina, ed è ora il terreno vulcanico della Vigna “Alessandro “ a dar vita al Rapicano Riserva. Di nuovo anche le varietà climatiche affrontate in questi anni, persino un cambio tappi azzardato da Danilo nel 2018, vengono aggiornati i sistemi di lavorazione in cantina, ma il messaggio di Nicola sopravvive indistinguibile nel bicchiere sommandosi alla conoscenza nuova e la ricerca di Danilo come si conviene alle trasmissioni di saperi virtuose, che sanno innovare e cambiare con i tempi, proprio come invecchiano le annate di Rapicano Riserva in evoluzioni di frutta rossa e aliti balsamici, note di cuoio che ne fanno da sempre, in tutte le etichette un grande vino da meditazione o da abbinamento con i piatti di “struttura” del territorio.
Rapicano Riserva Falerno del Massico Dop avvolge il filo della complessità già quando attraversa una fase di affinamento in acciaio per 12 mesi, poi almeno altrettanti in barrique e 24 mesi in bottiglia nella storica grotta di Tufo della Cantina. Notevole il momento dei ricordi di alcuni protagonisti al tavolo dove chiaro è emerso il ricordo di tutti di Nicola Trabucco dalla forte ed impetuosa personalità, curioso, protagonista, indagatore ed esploratore del territorio non solo per il vino, un profilo simile, ci pare, a quello di un altro grande vino casertano dedicato però all’Asprinio di Aversa dop che se ne andò dopo qualche anno, ovvero Carlo Numeroso. Personalità a cui tutti nelle cantine casertane debbono molto e tanti che operano in Terra di Lavoro anche a loro debbono una narrazione ed una sapienza nuova e solida del winemaking nostrano.
Al tavolo di degustazione anche il vino dedicato ai 5 anni dalla scomparsa del papà da parte di Danilo, ovvero Ad Maiora, costante intercalare di positività di Nicola nella sua vita, un Falerno Bianco 85% falanghina e 15 % Fiano, ma sui bianchi di casa Trabucco introdotti da Danilo ( il papà non ne produceva) ne scriveremo ad hoc.
Non può essere sottaciuta la successiva cena Tra Calici e Cuori Una Serata per Nicola Trabucco, nella sala dell’Agriturismo Le Due Torri, dopo aver ancora una volta approfittato della visita alla munitissima e “sensuale” cantina del locale per l’aperitivo (ad opera di Danilo Trabucco, con i bianchi “ Paradosso “ e 16 marzo). Le portate hanno confermato una tonda capacità di fondere piatti importanti della tradizione con la leggerezza per aggiungere gusto, non diminuirlo; indimenticabile sarà la zuppa invernale con verza, costine di maiale pesante, fagioli, cotica fritta e conciato romano ( ingredienti che se non si sanno cucinare e dosare alla perfezione possono facilmente stonare, qui invece melodia assoluta). Gran livello per la candela spezzata al ragù e poi la braciola su polenta alle nocciole, qui si è abbinato ancora il Rapicano riserva 2021 , mentre sulla zuppetta di antipasto il Primiitivo di casa Trabucco “ Primo antico e sul ragù il Falerno Erre.
