Ven. Dic 5th, 2025

L’Europa fa bene al vino, la bevanda più finanziata ( solo dalla Ue)  al mondo nella storia, nonostante le urla grottesche dei sovranisti da strapazzo che periodicamente si ergono a difensori di tutto con trattori e con ogni cosa possa inquinare. Ora, sul nuovo pacchetto vino, la soddisfazione dei produttori italiani è abbastanza palese, qui il comunicato OIV. 

Un nuovo Pacchetto vino equilibrato, frutto dell’attenzione delle istituzioni nei confronti del settore, nonostante qualche tasto dolente. Unione italiana vini (Uiv) riassume così i risultati delle negoziazioni del Trilogo (Commissione, Consiglio e Parlamento Ue) relativi al Wine package licenziato ieri a Bruxelles e ora in attesa di approvazione da Parlamento e Consiglio europei. Secondo Uiv, il piano che definirà le nuove regole del vino europeo accoglie la richiesta dell’associazione di non concentrarsi solo sulle misure di crisi ma di fare leva anche sugli investimenti a favore delle imprese che vogliono continuare a stare sul mercato.

In attesa di accedere al testo per cogliere tutti i dettagli, Uiv esprime soddisfazione in merito al rafforzamento della misura Ocm Promozione Paesi terzi (maggiore budget disponibile, maggior durata della promozione sui singoli mercati e flessibilità sull’implementazione dei programmi e delle azioni da parte degli operatori), fondamentale per le imprese che vogliono cogliere le sfide e le opportunità del cambio strutturale dei consumi nei mercati internazionali. Accolto con favore anche il rafforzamento degli strumenti finanziari – inseriti anche nell’Ocm investimenti – volti all’adattamento al cambiamento climatico e all’enoturismo. Non mancano però alcune preoccupazioni: sulle misure di crisi l’Unione vini resta convinta che l’estirpo, come misura finanziabile dai programmi nazionali, non sia la soluzione per affrontare i problemi del settore, mentre alcune flessibilità introdotte dalla Commissione sulla durata dei reimpianti potrebbe offrire ossigeno per quelle realtà che vivono l’incertezza del mercato. Perplessità sulle nuove definizioni dei vini dealcolati in linea con le aspettative solo per i vini a 0%, mentre per i parzialmente dealcolati, il termine “reduced-alcohol” (invece di low-alcohol) potrebbe non cogliere le richieste dei consumatori.

“Ringraziamo le istituzioni per l’attenzione al settore – ha detto il segretario generale di Uiv, Paolo Castelletti – in un momento complesso. Le difficoltà strutturali che sta vivendo il settore non possono essere però affrontate solo con una modifica al quadro normativo europeo, è fondamentale un esame approfondito delle criticità e la definizione di una strategia del settore a livello nazionale”.

Di Carlo Scatozza

redattore di Campania Slow | Contatto Facebook: http://it-it.facebook.com/people/Carlo-Scatozza/1654720386

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