Un marchio di filiera della Regione Campania per rafforzare gli standard qualitativi, valorizzare i fiori campani e tutelare in Europa il nostro comparto florovivaista che, secondo i dati di Unioncamere del 2019, conta circa 1.200 aziende e oltre 20.000 addetti diretti, rappresentando la terza economia del settore in Italia per la produzione di piante e fiori”.
Lo ha annunciato l’assessore all’Agricoltura della Regione Campania, Nicola Caputo, presentando le nuove azioni messe in campo dopo le misure di ristoro erogate alle aziende, nell’ambito del piano socio-economico post pandemia.
“Il florovivaismo campano – continua l’assessore Caputo – ha una incidenza sul valore della Produzione Agricola Regionale che, nel 2020, Istat ha quantizzato in oltre il 6%. Una vera e propria eccellenza della nostra economia, con performance produttive che secondo le ultime stime fanno registrare una serie di primati a livello nazionale: a partire dal primo posto nella produzione di fiori recisi, circa il 24% della produzione nazionale, fino al terzo posto in Italia per la produzione di piante in vaso”.
La Regione Campania sarà protagonista ad Euroflora 2022, manifestazione internazionale in programma nel mese di aprile a Genova.
“Stiamo lavorando alacremente con le associazioni di categoria per rilanciare la filiera regionale. In occasione di Euroflora 2022, la più importante rassegna floreale in Europa, convocheremo gli Stati Generali del settore. La Regione parteciperà a 107 Concorsi di qualità ed estetici, con una esposizione di centinaia di specie e varietà floricole, creando un percorso esaltato da una esplosione di colori e profumi”.
In fase di erogazione i contributi regionali per le aziende particolarmente colpite dalla pandemia.
“Abbiamo pagato un prezzo pesantissimo alla crisi causata dall’emergenza sanitaria. Sono già in fase di erogazione i contributi a fondo perduto previsti dalla Regione per il supporto dell’intero comparto dopo la pandemia da Covid-19. A queste misure di ristoro, si aggiungeranno nuovi provvedimenti per sostenere un settore chiave dell’economia agricola campana, che conta moltissimi addetti. Una filiera di estrema qualità – conclude Nicola Caputo – che ha sempre dimostrato grandi capacità di ripresa e adattamento”.