Ven. Dic 12th, 2025

Leggiamo un buon comunicato stampa di Coldiretti Caserta sulla condanna degli sfruttatori dei lavoratori indiani ma rivolgiamo a loro e alle altre associazioni agricole una domanda: Parlate di fenomeno isolato ma ne siete proprio sicuri ? Oltre le escrescenze di pura criminalità come l’ultima inchiesta rivela, non credete che ci sia negli ultimi anni un allentamento dell’etica nei campi, una recrudescenza di vecchie pratiche con nuovi protagonisti e persino tecnologie ?

Dopo una fase di attenzione e nuova cultura che aveva caratterizzato l’operato di reti associative e imprese ma  anche i passaggi generazionali in tante aziende agricole del casertano e della Piana del Sele, appare oggi esserci  una guardia abbassata come testimoniano le tante inchieste, spesso punte di iceberg, i traffici di furgoni che non si vogliono vedere, i campi che si vogliono ” protetti e chiusi” ermeticamente… diffuso ostracismo al lavoro di sindacati come la Flai.

Bene la vigilanza delle associazioni di categoria che fanno un buon lavoro sul tema  ma dire ad ogni inchiesta, diverse ogni anno, che si tratta di eccezioni, della pecora nera,  non aiuta nemmeno il lavoro loro di contrasto a comportamenti illegali. Riprendiamo le parole del Sen. Sergio Costa in un convegno in primavera scorsa promosso dalla Flai-Cgil : “Per realizzare pienamente il dettato della legge 199 – dice – si dovrebbe innanzitutto convincere le aziende ad iscriversi alla Rete del lavoro agricolo di qualità (una white list di imprese che certificano di aver rispettato le norme su lavoro e previdenza e di applicare i contratti collettivi, ndr). Su 200mila aziende potenzialmente interessate, ad oggi quelle iscritte son poco più di 6mila. Per spingerle a farlo sarebbe opportuno rendere l’adesione conveniente. Ad esempio inserendo misure premiali nei Programmi di sviluppo rurale».

Inoltre, spiega ancora l’ex ministro, «in Europa i benefici della Politica agricola comune (Pac) devono essere negati a chi ricorre a lavoro irregolare. Sarebbe poi fondamentale una banca dati per incrociare domanda e offerta di lavoro in agricoltura, per evitare che ci si rivolga a intermediari improvvisati o opachi. Infine si potrebbe estendere il Durc (il Documento unico di regolarità contributiva, ora in uso nel settore edilizio, ndr) anche in ambito agricolo». Su queste proposte che ne dicono le associazioni agricole della Campania  ? 

Ritornando all’ultima inchiesta, essa  è ancora più meschina perchè rivolta a lavoratori, quelli indiani, che sono davvero di solito un modello di convivenza e di serietà, lavoratori senza i quali intere filiere, quella della bufala e dell’allevamento in genere sarebbero del tutto compromesse, protagonisti anche di buone iniziative di integrazione, scolarizzazione dei loro figli quando è stato possibile il ricongiungimento. Auspichiamo anche una nuova attenzione sul tema dal nuovo assessorato regionale  alle politiche agricole che oltre a fare promozione e ad erogare  progetti di finanziamento dovrebbe anche occuparsi meglio di questo aspetto dell’agricoltura in Campania. Premiando intanto i virtuosi, come quelli della rete di cui sopra e i proattivi nel contrasto a pratiche illegali perchè ci sono e sono tanti.

Qui il comunicato

Coldiretti Caserta contro il caporalato: ferma condanna contro gli sfruttatori dei lavoratori indiani

Stop al Caporalato! La Coldiretti Caserta ringrazia i Carabinieri di Napoli Nord che hanno messo fine nella giornata di ieri, su segnalazione della Procura di Napoli Nord, all’attività di una coppia che agiva nelle campagne fra Caserta e Napoli sfruttando il lavoro di braccianti di origine indiana.

Un’azione che ha permesso di fare luce su una storia bruttissima. Lavoratori sfruttati per una manciata di euro, privati della pausa pranzo e senza le più elementari norme di sicurezza igieniche e lavorative. Notizie che fanno rabbrividire se si pensa che arrivano in un periodo dove la lotta al cosiddetto caporalato è diventata intensa” denuncia il presidente di Coldiretti Caserta Enrico Amico.

Fortunatamente si tratta di un episodio isolato, in un territorio ricco di aziende oneste che rispettano le regole e lavorano per creare ricchezza e lavoro per tutti, soprattutto per quanti arrivano alla ricerca di un’opportunità di lavoro: “La Coldiretti Caserta invita tutti gli imprenditori agricoli a tenere gli occhi ben aperti e a non girarsi dall’altro lato denunciando alle autorità competenti quando vengono a conoscenza di episodi simili. Ai lavoratori diciamo di denunciare quando arrivano proposte poco chiare, gli sportelli della Coldiretti sono a disposizione per ascoltare i braccianti ed aiutare a prendere la decisione giusta per contrastare il fenomeno del caporalato” conclude Enrico Amico.

Di Carlo Scatozza

redattore di Campania Slow | Contatto Facebook: http://it-it.facebook.com/people/Carlo-Scatozza/1654720386

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