Il consueto rapporto Ismea ci conferma che l’agroalimentare nel suo complesso è parte fondamentale della nostra economia. Il 15% del PIL è una cifra notevole. Il terzo posto nel podio, dopo Germania e Francia in termini assoluti, per quel che riguarda l’industria alimentare, e il primo posto per quel che riguarda il valore aggiunto agricolo, sono tutti dati che non possono che confermarci un quadro per molti aspetti più che positivo delle nostre imprese e del nostro settore. Bisognerebbe cogliere questo successo per investire e portare avanti politiche espansive.”
Così Corrado Martinangelo, Presidente di Agrocepi, commenta il Rapporto agroalimentare Ismea 2025.
“Dai dati, però, emerge la necessità assoluta di proseguire in un percorso di aggregazione orizzontale e verticale che vada lungo tutta la filiera. Non è ancora chiaro quale sia stato l’impatto dei dazi. Il tempo si incaricherà di farcelo capire con il prossimo rapporto, certo non possiamo minimizzare. Servono aiuti alle imprese impegnate – ha proseguito Martinangelo – nell’export: aiuti sia per trovare nuovi mercati, sia aiuti economici, [come] ristori, almeno in un primo momento.”
“Crediamo nella necessità di un grande piano strategico per il cibo di qualità accessibile a tutti. L’inflazione che si fa sentire sul carrello della spesa – quello vero con le rotelle, non quello virtuale degli economisti – e la necessità di compensare il minore export, vanno decisamente in questa direzione. Una strada che dovremmo percorrere con tutta l’Europa.”
Martinangelo ribadisce che solo un agroalimentare degli Stati Uniti d’Europa sarà in grado di tenere il passo con i mutamenti in atto.
