Ven. Mar 29th, 2024

L’Associazione Verace Pizza Napoletana cambia il disciplinare per la realizzazione della pizza. Il maestro pizzaiolo Giuseppe Vesi plaude all’iniziativa, che apre ad alcuni concetti che ha sempre sostenuto e che si rifanno alla procedura così come veniva eseguita nella ricetta originale del ‘700, quando è nata la pizza. Allora tra le altre cose, prima di subire le imposizioni del mercato la farina utilizzata era proprio la tipo 1, macinata a pietra. Tra i punti di contatto, del nuovo disciplinare, infatti, l’introduzione in percentuale di quel tipo di farina, maggiori indicazioni sulla quantità di lievito di birra fresco da utilizzare e l’introduzione di precise informazioni per quanto riguarda quelle del lievito madre naturale, e, inoltre, l’ammissione del lievito di birra secco, purché senza additivi, zuccheri o miglioratori alimentari aggiunti e i processi di lievitazione e maturazione dell’impasto meglio approfonditi per ottenere un prodotto digeribile, fragrante, dal gusto intenso e unico. Le farine di tipo 1 sono ricche di fibre e sali minerali e rispondono perfettamente alla richiesta del mercato di un’alimentazione sana e caratterizzata da un alto valore nutrizionale. Questo tipo di farine sono anche sinonimo di maggiore gusto, attenzione alla salute e lavorabilità. “Da qualche tempo noto – conclude Vesi – che anche storici mulini hanno messo in produzione farine integrali o semintegrali, e ciò rappresenta un dato inconfutabile, che premia chi ha introdotto per primo questi concetti”. 

Di Carlo Scatozza

redattore di Campania Slow | Contatto Facebook: http://it-it.facebook.com/people/Carlo-Scatozza/1654720386

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