Gio. Apr 25th, 2024

melanzanealcioccolatoA margine della Festa Melanzana 2013 a Santa Maria la Carità, è intervenuto il Rappresentante della Consulta Nazionale dell’Agricoltura, già Delegato della Provincia per il settore Agroalimentare, Rosario LOPA. La melanzana, disponibile in abbondanza nella stagione estiva, grazie alle sue proprietà, risulta essere particolarmente utile per il nostro organismo. Grazie al suo alto contenuto di acqua, la melanzana è considerata innanzitutto depurativa ed è quindi consigliata nei casi di gotta, arteriosclerosi e problemi di infiammazione alle vie urinarie; la buona presenza di potassio e di altri sali minerali le conferisce poi proprietà rimineralizzanti e ricostituenti. Le melanzane contengono inoltre alcune sostanze amare, presenti anche nelle foglie dei carciofi, che contribuiscono a stimolare la produzione di bile ed anche ad abbassare il tasso di colesterolo cattivo nel sangue. Essendo un ortaggio molto povero di calorie e ricco di fibre, la melanzana è spesso inserita nelle diete dimagranti. Una cosa di cui dobbiamo tener conto, se vogliamo approfittare delle proprietà e dei benefici della melanzana, è quella di non eccedere con i condimenti, in particola modo l’olio, in quanto la melanzana ha tra le sue caratteristiche quella di assorbire in modo particolare i grassi. La melanzana non contiene glutine e può quindi essere consumata dalle persone interessate dal morbo celiaco.  Tra le regioni nelle quali risultano concentrate le maggiori produzioni di melanzane risulta proprio la Campania, che rappresenta circa il 26% della produzione nazionale. In Campania le provincie di Caserta, Salerno e Napoli producono all’circa 180.000 tonnellate. Anche in questo caso si tratta di un tipico ortaggio profondamente radicato nelle tradizioni contadine dell’autoconsumo e che occupava un posto di rilievo nella dispensa delle famiglie del Napoletano. Tradizionalmente la maggior parte delle bacche venivano sbucciate, affettate, passate in salamoia, sbollentate in acqua e aceto di vino bianco, strizzate e conservate sott’olio (con aglio, origano e patella – peperone piccante) per l’intero anno. Attualmente le Melanzane Napoletane continuano ad essere utilizzate per la preparazione domestica dei sottolio o sottaceti, magari gustate assume a provolone piccante, a costatela di maiale arrosto o in versione merenda del cafone (cozzo di pane con melanzane sottolio) Tradizionalmente molto diffusa, e strettamente associata alle tipiche ricette in uso presso le famiglie di Napoli e provincia, la Melanzana Cima di Viola è un ecotipo locale che presenta bacche di forma allungata, con buccia di colore verde scuro, molto lucida. Adatta al consumo fresco e prediletta per la sua polpa tenera, dal sapore particolarmente dolce e con esigua presenza di semi, forma l’ingrediente base di numerosi piatti prelibati, come le melanzane indorate e fritte, a funghetti con pomodorino del piennolo o con mozzarella di bufala in salsa di pomodoro San Marzano. Questa caratteristica melanzana, oggi fortemente riscoperta, viene prodotta soprattutto nell’agro Acerrano-Nolano e Sarnese-Nocerino, e la sua coltivazione è sempre stata legata alla facilità di lavorazione dei terreni e alla disponibilità di acqua. Per tradizione le bacche venivano raccolte due volte, la prima tra la fine di giugno e gli inizi di luglio e la seconda verso settembre-ottobre, con una produzione più pregiata. Attualmente invece la raccolta della Melanzana Cima di Viola si svolge da maggio a tutto dicembre. Merita un cenno, infine,la Melanzana Napoletana, simile nell’aspetto esteriore e nelle tecniche di coltivazione alla Cima di Viola, che viene raccolta a fine settembre a tutto novembre e rappresenta un’eccellente melanzana da serbo, grazie ai pochi semi, alla consistenza della polpa e alla scarsa decolorazione del prodotto conservato. Grazie agli scambi commerciali nazionali di melanzane, si evidenzia un aumento sia delle importazioni che delle esportazioni: le esportazioni di melanzane si attestano su un quantitativo di 5.516 tonnellate; le importazioni sono pari a 11.996 tonnellate. Dobbiamo interessare il prodotto melanzana della provincia di Napoli, ha ribadito Lopa, da un processo di valorizzazione da parte di operatori turistici, agricoltori ed enti istituzionali per promuovere la qualità del prodotto e le sue capacità gastronomiche nella ristorazione del territorio partenopeo.

 

Di Carlo Scatozza

redattore di Campania Slow | Contatto Facebook: http://it-it.facebook.com/people/Carlo-Scatozza/1654720386

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