Gio. Mar 28th, 2024

L‘attesa nel Matese, a Bagnoli Irpino, Ceppaloni,Colliano per il verdetto con una pubblicazione dell’associazione Città del Tartufo.

E’ vero inizia ad essere troppo ingolfato l’elenco Unesco sul Patrimonio Immateriale riguardo alcuni settori, troppe le iniziative anche di dubbio valore storico -scientifico proposte all’attenzione dell’organismo internazionale ma il mondo del Tartufo italiano è qualche cosa che caratterizza il nostro paese ed è un unicum quasi in tutto il mondo.

L’Unesco si pronuncerà entro l’anno sul riconoscimento nel proprio prestigioso elenco dei Patrimoni immateriali della “Cerca e cavatura del Tartufo in Italia”,  intanto monta l’attesa nelle città  e nelle aree più vocate del Paese, tra queste il Parco Regionale del Matese, nella cui sede amministrativa a San Potito Sannitico, è arrivata ed è ritirabile gratuitamente, la pubblicazione dell’associazione Città del Tartufo, cui il Parco aderisce, su  La “Cerca e cavatura del Tartufo in Italia”  conoscenze e pratiche tradizionali, in cui si illustrano anche le motivazioni della candidatura all’Unesco. La Cerca e Cavatura del Tartufo  rappresenta un patrimonio culturale immateriale di conoscenze e pratiche tramandate oralmente per secoli che caratterizzano la vita rurale di interi gruppi di detentori e praticanti, chiamati “tartufai”, nei territori tartufigeni italiani.

Tali abilità, infatti, permettono prima la cosiddetta “cerca”, ovvero l’identificazione dei territori che favoriscono la crescita spontanea della pianta tartufigena, dalle cui radici nasce il fungo sotterraneo chiamato tartufo e, poi, consentono l’applicazione della tecnica tradizionale per la sua individuazione ed estrazione, la cosiddetta “cavatura”,con l’uso manuale di uno strumento specifico cosiddetto “vanghetto” o “zappino”, operando in modo da non alterare le condizioni del terreno. Indispensabile aiuto e compagno in queste attività è il cane con la sua capacità olfattiva.

Questo è quello che si chiede all’Unesco di tutelare con la candidatura italiana per il 2021 della “Cerca e cavatura del tartufo in Italia: conoscenze e pratiche tradizionali” per cui si richiede l’iscrizione nella lista rappresentativa dei beni immateriali culturali mondiali.Grande è il fermento in Molise, mentre in Campania, oltre al territorio del Parco Regionale del Matese sono aderenti all’Associazione Città del Tartufo, anche Bagnoli Irpino, con il suo Tartufo Nero dell’Altopiano del Laceno, la sannita Ceppaloni con un pregiato Tartufo Bianco e Colliano in provincia di Salerno. 

Di Carlo Scatozza

redattore di Campania Slow | Contatto Facebook: http://it-it.facebook.com/people/Carlo-Scatozza/1654720386

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.