Ven. Mar 29th, 2024

 

Un Imprevisto, inaspettato e quanto mai coraggioso progetto gastronomico.

Questo si apre agli occhi dell’ingresso della “Locanda Mariacarolì”, un grazioso e curato ristorante nascosto tra i vicoli di Sant’Anastasia, paese ai piedi del Monte Somma.

Ed è qui che si incastona l’ingegno e l’opera del Monsieur o Monzù  (come dir si voglia all’epoca borbonica) dello chef  Salvatore Piccolo. Il nome del locale, infatti, “Mariacarolì” è un gentil omaggio alla memoria della moglie di Re Ferdinando dei Borbone, appunto, Maria Carolina d’Asburgo.

La vista a tutto tondo della sala sembra faccia respirare aria “parisienne”.  Mentre ci si accomoda al tavolo si ha, infatti, la sensazione di passeggiare nella ville lumiere, mentre un vecchio giradischi, posto alla fine dell’ampia vetrata dalla quale si scorge l’intera cucina, lento gira propagando nell’area le dolci note de“La javanaise” di  Serge Gainsbourg https://youtu.be/CSjk6sUkNqg

A rassicurare l’ospite, poi, le modeste dimensione, non più di una trentina di coperti, e soprattutto quella sensazione di sentirsi “voluti”, confermata dalla professionalità e gentilezza del servizio di sala, diretto da Alessia Buciunì.

Una mise en place di raffinata eleganza

E se l’arredo potrebbe rimandare ad altra Nazione e città, la voglia di imprimere e non dimenticare la propria terra, quella campana, è immediatamente confermata dall’ antipasto MariaCarolì.

Un quadrilatero di eccellenze che arrivano con una scandita sequenza e da generare ogni volta un senso di stupore.

Così arriva la Tartare di baccalà con uova di lompo.

Poi la seppia scottata e spuma di piselli centogiorni (qualità che dura appunto 100 giorni), con polvere di nero di seppia.

E ancora il baccalà in tempura su riduzione all’arancia e la polpetta di stoccafisso in crosta di mandorle su crema parmentier allo zafferano.

Termina il benvenuto gastronomico una degustazione di crudi che pare essere letteralmente il mare portato a tavola, dove la magnificenza incontenibile è senza dubbio il riccio.

Capacità tecniche miste alla passione che vibra sono confermate (semmai ce ne fosse stato bisogno) dai main course.

Così lo spaghetto Selezione Gentile viene esaltato da cacio e uova di riccio di mare

Ed infine un baccalà arrosto con verdurine baby dove riprendendo le stesse parole utilizzate dallo Chef  “in questo caso si tratta della scella di baccalà”.  Dopo il suo acquisto questo pezzo di baccalà viene poi lasciato ammollo per circa 9 giorni, di cui i primi 4 “il baccalà non lo tocchi proprio” e gli altri “un giorno si e uno no”. Ecco la ricetta, nella sua semplicità, dello Chef Salvatore Piccolo.

Questo già ricco baccanale termina, in ultimo, con una rivisitazione della pastiera, nella quale l’antica pasticceria partenopea si fonde e mescola con la coscienza tecnica.

Locanda Mariacarolì rappresenta un’esperienza gastronomica così intrisa di euforia ed entusiasmo che parlare di sola degustazione potrebbe essere non satisfattivo. Il giusto epilogo di questo racconto sta in un solo pensiero: ricercare i frutti della propria terra natia, conoscerli e saperli esaltare.

Locanda Mariacarolì

Via Garibaldi n. 23/25 80048  Sant’Anastasia (Na) https://goo.gl/maps/dA1CJbpK3urvTTfh6

https://m.facebook.com/locandamariacaroli.it

Aperto pranzo e cena – Chiuso il lunedì

 

Di Alessandro Tartaglione

Direttore Responsabile di Campania Slow | Contatto Facebook: http://www.facebook.com/a.tartaglione

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