Gio. Apr 18th, 2024

Sono tramontate del tutto le celebrazioni delle sagre degli asparagi e di quelle della ciliegie, alcune delle più popolari nella tarda primavera, ora tantissime legate ad altri prodotti più estivi stanno per annunciare il “salto” della edizione 2020. Moltissime sagre, le migliori, sono legate a prodotti tipici che non è possibile spostarle di mesi, attraversando le stagioni, ma per quelle che sono state il must dell’estate di tanti territori della Campania, di mare e di monti, piccolo borgo o di area urbana, dovranno fare anche loro il passo del salto edizione ? Cominciamo col dire che Regione Campania, nelle prossime settimane, di certo in tempo per regolare gli eventi nazionalmente possibili dopo il 15 giugno, dovrà fare delle scelte in cui però il dogma dello stop agli eventi con più 1000 persone sarà invalicabile.

La scelta andrà fatta soprattutto da organizzatori locali :

evitiamo di fare qualunque cosa poiché ci sarà ovviamente il divieto di non fare eventi oltre 1000 persone anche all’aperto se andrà tutto bene, o ci si industrierà per fare qualcosa?

Sia chiaro, ci sono ben presenti le compatibilità economiche: limitazioni (e ovviamente comunque anche sanificazioni) non consentono sostentamento delle spese, ma.…. siamo sicuri che le spese saranno le stesse anche quest’anno? Innanzitutto il concerto e gli allestimenti per questo, come lo abbiamo conosciuto non lo potremo neanche pensare, e già via una bella spesa…. Si ma il noleggio cucina pure costa caro…..verissimo, ma chi noleggia cucine mobili in questa estate…se non ci saranno sagre…avra’ sempre la stessa domanda? Accordarsi con i fornitori può essere sensato per tutti, organizzatori e imprenditori.

Ma veniamo al succo: Avendo dato spazio negli anni a decine e decine di sagre e proloco in giro per la Campania, ci permettiamo di dare un consiglio a chi organizza eventi che hanno un qualche senso importante, per la propria comunità, per l’immagine turistica e sociale di essa, per la piccola o grande filiera economica dietro quel prodotto agroalimentare principe della sagra: Progettate una fruizione diversa, magari anche da mettere tra parentesi e che sia solo per questo drammatico anno. Ecco alcune azioni che magari però, potrebbero servire anche poi in condizione di ritrovata, si spera, normalità:

  1. Non solo 2 -3 giorni, ma una rassegna che sia spalmata in più giorni, non solo e per forza weekend, ricordate che a Luglio e Agosto in tanti faranno ferie a casa o quasi quindi spopolamento delle città non ci sarà, se siete in zone turistiche per chi verrà da fuori, pochi magari rispetto ad altri anni qualche cosa si dovrà pure far trovare.
  2. No agli allestimenti per servire migliaia di persone ma luoghi aperti o in palazzi storici per ospitare 3-4- laboratori al giorno per prenotati anche 20-30 alla volta, in cui ci sia non rumore e consumo veloce ma degustazione guidata, narrazioni sul tema, mettendo in gioco le abilità di chi lavora in cucina, costruire momenti di acquisto a km 0, da parte di questo pubblico, delle eccellenze narrate e di altro, fornendo alle aziende locali uno spazio gratuito di vendita in cambio di dotazioni per le degustazioni, ovvio tutto ciò deve essere supportato da un prezzo, ticket unico di giornata, per il visitatore che non può essere quello del panino in sagra.
  3. Attiviamo tutta la giornata dell’evento creando l’attesa per il momento enogastronomico ed intrattenendo magari prenotati del gruppo successivo con tutto ciò di splendido e troppo nascosto che abbiamo nei nostri borghi: Visite guidate e narrate nelle bellezze culturali e dove come “piece” in luoghi suggestivi può esserci anche spazio per chi suona, fa arte, si esibisce. Strutturiamo passeggiate in natura, trekking e itinerari cicloturistici a misura di famiglia magari sfruttando finalmente i cammini ora segnalati, francigena, percorsi dell’anima etc.
  4. Dite addio ai bus organizzati, verranno tutti con l’auto propria purtroppo, ( a proposito, sarà oro avere l’indirizzario dei camperisti fidelizzati e di quelli che verranno), quindi facciamo vivere il tutto, anche i momenti gastronomici, non solo la sera ,se  vogliamo gruppi con gente che vuole spostarsi tanto in regione e non abbiamo a disposizione una ricca capacità ricettiva. Quindi rimoduliamo orari  degli eventi  anche durante la giornata, avendo come metro al massimo le condizioni climatiche. Incoraggiamo le piccole strutture ricettive a “fare” la stagione, domandiamo ai comuni di disporre facilmente aree per mini campeggi.
  5. Indichiamo luoghi di riparo e sosta a piedi per il visitatore tra un itinerario e la degustazione guidata, non lasciamo mai solo il piccolo gruppo di visitatori.
  6. Cogliamo la palla al balzo per utilizzare questo flusso nuovo seppur minore di visitatori alla sagra, per fare del marketing turistico migliore su social e giornali sul borgo, il prodotto e gli stessi organizzatori.
  7. Col ricavato possibile paghiamo anche le guide per il lavoro fatto, molte professionalità non avranno i guadagni di altre stagioni.

Tutto ciò vale per quelle attività autofinanziate, ma a maggior ragione vale per quelle attività , spesso gestite da comuni beneficiari di soldi pubblici attraverso soprattutto i POC regionali, almeno per quelli che restano da espletarsi nel territorio regionale, visto che difficilmente potrà esserci un bando simile nel 2020.

Cari sindaci, avete un piano esecutivo del vostro evento fatto in gran parte di concerti e allestimenti, dove visite guidate e laboratori sono ancillari, ora è il momento di ribaltare il piano, visto che concertoni o concertini nisba… ci sarebbero quindi  le risorse per pagare settimane e settimane di lavoro di guide, segreterie organizzative, piccoli produttori e ristoratori locali, acquistare segnaletica utile e stabile, dotarsi di sistemi di prenotazione e comunicazione digitale seri ed usabili.

Se associazionismo, pubblico e privato, in questa estate riusciranno a mettere in atto questa piccola rivoluzione in diversi eventi della regione, avremo un’estate in cui piccoli borghi più remoti  potranno recitare un ruolo importante, protagonisti veri del turismo lento in Italia, attrarre e fidelizzare un pubblico attento e con migliore capacità di spesa, mentre le zone in cui ci sarà tradizionalmente turismo,  anche sulla costa, avranno comunque reso fruibile un cartellone di cose belle e buone.

Siamo a disposizione, come sempre, di organizzatori, amministratori  e produttori  volenterosi che di fronte alla rassegnazione del nulla scommetteranno sul buon possibile.

Di Carlo Scatozza

redattore di Campania Slow | Contatto Facebook: http://it-it.facebook.com/people/Carlo-Scatozza/1654720386

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