Mer. Apr 17th, 2024

Più di 150.000 candidati saranno passati, alla fine, in questo settembre tra i padiglioni della Mostra d’Oltremare di Napoli per partecipare al primo dei grandi concorsi messi in atto  col Piano per il Lavoro della Regione Campania. Tanti i candidati sono rimasti meravigliati del fatto che, accanto alle domande di logica e diritto, nelle previste materie afferenti geografia od ordinamento regionale, ci fossero quesiti, seppur sempre a risposta multipla, riguardanti regolamenti del comparto agricolo della Regione o domande su piatti e prodotti tipici: eppure ciò dovrebbe essere perfettamente naturale, ed è stata una buona scelta del Formez, seppur criticabile senza banca dati che potesse in qualche modo preparare gli esaminandi delle prove preselettive  destinate ovviamente a scremare i partecipanti almeno del 95%.

Buona scelta perché il comparto agricolo e quello della tipicità enogastronomica campana, non è un settore di poco conto, né per l’economia in generale della regione ( e dei comuni coinvolti nel piano per il lavoro ) né per i doveri ed i poteri che l’amministrazione regionale ha in queste materie, come pur si evince dai “seri” testi legislativi riguardo le potestà regolamentari e legislative delle regioni. Parliamo al massimo di 3-4 domande su 80 che riguardano ad esempio il regolamento sulla tutela  e la gestione sostenibile del patrimonio forestale del 2017 ? Nessuno scandalo, è uno dei più completi ed avanzati d’Italia, con la capacità di normare molte delle attività silvane, dal taglio dei boschi cedui ai regimi dei pascoli, strumenti di tutela necessaria, che occupano molta forza lavoro, pubblica e privata, in una regione che, ricordiamo, per la grande maggioranza della sua estensione è formata da colline, zone agricole e boscose, in cui insistono  più di 60.000 aziende agricole, zootecniche e forestali .

Nel collegato comparto enogastronomico la Campania concorre per gran parte all’immaginario collettivo mondiale del Made in Italy  ( anche nell’ italian sounding ) oltre ad essere la regione con il maggior numero di Prodotti Agricoli Tradizionali ( PAT ) riconosciuti ( oltre 500 ) testimonianza non solo di una biodiversità accentuata nel bel paese,  già patria della biodiversità alimentare e della dieta mediterranea, ma anche di straordinarie ed uniche doti artigiane; per questo domande sulla pesca della pezzogna, o dei modi di fare la pizza, sulla quantità di rucola prodotta a Salerno ( il 60% d’Italia), sui primati bufalini di Caserta, o sulle denominazioni di vini od oli, non devono impressionare né essere catalogate come estranee ad un concorso per posizioni amministrative, per un lavoro dove sarà possibile essere  poi destinati anche  ad uffici che possono  occuparsi di promozione, o di licenze di caccia o patentini per funghi, così come  in altri settori. Insomma è bene considerare che agricoltura, agroindustria, cultura agroalimentare in genere, sono parte attiva delle amministrazioni  pubbliche partecipanti al piano per il lavoro e tali quesiti non sono messi li “ioci causa “ o per far dispetto…

Carlo Scatozza

Di Carlo Scatozza

redattore di Campania Slow | Contatto Facebook: http://it-it.facebook.com/people/Carlo-Scatozza/1654720386

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