Gio. Mar 28th, 2024

Dal 18 al 21 Agosto gastronomia, escursioni, mostre e musica a Pietraroia (Bn) ,  paese del dinosauro “Ciro”. La manifestazione è finalizzata a valorizzare le risorse locali: culturali, storiche, ambientali, enogastronomiche. In Piazza Vittoria e nell’adiacente piazzetta dell’Edificio Scolastico sono allestiti stand gastronomici, con circa 1000 posti a sedere, che propongono numerosi piatti tipici ed il famoso prosciutto di Pietraroja. Vi sono anche stand con artigianato locale e si organizzano inoltre visite guidate nel centro storico nonché al Parco Geopaleontologico con annesso Museo Paleo Lab, previa prenotazione. Info: info@prolocopietraroja.it – www.prolocopietraroja.it – www.facebook.com/proloco.pietraroja.3.

La presenza a “Pietraroja”, a pochi metri dal centro abitato, un pò più a monte, di rari resti fossili di animali e vegetali anche di circa 200 milioni di anni fa, contribuisce a rendere più attraente, se non affascinante, un ambiente naturale di montagna tutto da vedere. I calcari fossiliferi di “Pietraroja” si formano nell’Era Mesozoica, articolata nei suoi tre periodi: Triassico, Giurassico (da cui il famoso film sui dinosauri “Jurassic Park”) e Cretaceo, in un ambiente di tipo lagunare, con acque calde e poco profonde, molto calme e con saltuarie comunicazioni con il mare aperto.

Il prosciutto di Pietraroja è già presente nella collezione di stampe dell’archivio del Regno di Napoli, in cui il simbolo di questo piccolo paese del Beneventano rappresenta una donna con un prosciutto. Vi sono, inoltre testimonianze che nel 1776, il Duca di Laurenzana di Piedimonte commissionava una fornitura di “prigiotta” da Pietraroja. Gli antichi sistemi di lavorazione, il clima caratteristico e la finezza dell’aria di montagna, fanno di questo salume un prodotto unico dall’aroma delicato e inconfondibile. La lavorazione tipica del prosciutto, oggi Prodotto Agroalimentare Tradizionale riconosicuto dalla Regione Campania, inizia con una rifilatura a mano del coscio, la coscia fresca posteriore del suino, da cui si ottiene il prosciutto. La forma, il giorno dopo viene messa sul tradizionale timpano di legno, concavo e inclinato, dove viene salata e lasciata lì per circa 15-20 giorni. Passato questo periodo, una volta perduta buona parte della sierosità “salamona” e ripulito del sale residuo, il prosciutto viene collocato nella pressa, una sorta di torchio, dove viene schiacciato per quattro giorni e poi sospeso in un luogo fumoso per una settimana, per poi essere pressato ancora per quattro settimane e speziato con pepe nero e peperoncino.Di produzione molto ridotta: si producono poche centinaia di esemplari, per lo più destinate al consumo familiare.

Di Carlo Scatozza

redattore di Campania Slow | Contatto Facebook: http://it-it.facebook.com/people/Carlo-Scatozza/1654720386

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