Gio. Apr 25th, 2024

carciofiarrostitiTra febbraio e maggio maturano i Carciofi e la Pasqua diventa uno dei momenti in cui le prime “mammarelle” o i carciofi di Schito, fanno il loro ingresso prepotente sulla tavola che vuole utilizzare prodotti di stagione. A Pasqua e nelle feste della primavera è tradizione mangiare i Carciofi arrostiti, detti in dialetto, Carcioffole Arrustute. Una usanza particolarmente in voga nel casertano e nella provincia di Napoli, che si scontra con la difficoltà di cucinare con la brace, per chi abita in condomini, ovvero la gran parte della popolazione, relegando il fai da tè ai momenti di una scampagnata o all’ utilizzo di una casa con giardino o di campagna. Per ovviare a ciò, se non si vuol rinunciare al prelibato carciofo arrostito, conviene rivolgersi a ristoranti e botteghe di generi alimentari , oltre che di frutta e verdura di fiducia, che, in questo periodo, propongono il carciofo così cucinato, con un’ imbottitura al centro   con l’aglio tagliato a pezzetti, prezzemolo,  sale e un pò di pepe, badando che il carciofo sia poi ben richiuso e che si utilizzi alla fine olio extravergine di oliva.

Da evitare i tanti venditori ambulanti che si trovano lungo le strade, che lasciano i loro carciofi a “riposare” tra lo smog delle auto , infatti, se il fenomeno dell’abusivismo, può vedersi, da parte di qualcuno,  come “folkloristico”, non dimentichiamo che stiamo parlando di alimenti: presso questi venditori di strada, che spesso operano con braci strautilizzate e  poco pulite, non abbiamo alcuna certezza sulla provenienza e sulla coltivazione del carciofo, nè sulla qualità degli ingredienti utilizzati per il condimento.

Ricordiamo, quindi, di non rinunciare, assolutamente a questo magnifico piatto della nostra tradizione, ma, se non si ha la possibilità di cucinarlo da soli,  rivolgiamoci a chi fa ristorazione o tratta ortaggi 365 giorni all’anno.

Di Carlo Scatozza

redattore di Campania Slow | Contatto Facebook: http://it-it.facebook.com/people/Carlo-Scatozza/1654720386

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